Riflessioni

“Quello che conta non è avere successo, ma lasciare una traccia, lasciarla non in questo mondo, ma nell’universo. Mi spiego. La gente pensa che un leader politico lascerà una traccia molto più grande delle vecchie di Andretta, di una maestra elementare di Bitonto, di un pensionato di Ivrea. Non è così. La traccia durevole e profonda dipende dall’onestà con cui siamo al mondo. Chi si batte per suscitare clamore è un po’ un disonesto che vuole impressionare altri disonesti. L’universo non avrà memoria di lui. Una contadina che zappa, una goccia di sudore che scende nella terra forma un impasto minerale che ci ritroveremo nel pane. Una parola quieta, un dolore a bassa voce ti fa parlare coi gatti, ti dà l’amicizia delle rose”….

L’aria e il suolo non sono lo sfondo dentro cui si muove la nostra vita, ma noi siamo un pezzo dell’aria e del suolo. Siamo terra e cielo e ogni costituzione dovrebbe partire dalla terra e dal cielo, poi vengono le piccole vicende della produzione e del consumo. Ci vuole un piano di riforestazione. Gli essere umani devono piantare arbusti, rose, ginestre sotto i teloni delle meningi. La psicologia è solo uno sterzo di gomma, non è il motore della nostra vita. Il motore vero è l’ecologia. Esistono i crimini contro l’umanità. Andrebbe istituito il reato di crimine contro la terra. Deve farsi strada un fuoco centrale ineludibile: la salute dei cittadini e della terra. Il resto sono scintille, il resto è cenere.

FONTE: Corriere della Sera, 13 marzo 2019

Franco Arminio – PAESOLOGO

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