Il dipinto nero nella sala ovale

L’ingresso dell’appartamento già preannuncia uno stile razionale ma dal forte accento artistico: un ambiente ovale illuminato dall’alto da faretti installati in un supporto anch’esso ovale, quasi una misteriosa e fantascientifica astronave, mentre sulla parete, trova subito un posto di rilievo un’opera dell’artista Alessandro Bulgini.  (tratto dalla rivista Progetti roma n°9).

Due parole, però, vanno spese per l’artista Alessandro Bulgini, sicuramente uno dei miei artisti preferiti: il dipinto vi sembrerà il solito monocromo ma l’opera di Bulgini, in realtà, nasconde corpi e volti ritratti all’interno di grandi tele. “Nello studio oscurato, sulla tela preparata in nero, lui pure vestito di nero per evitare che il riflesso di un tono più chiaro scompigli la ridottissima gamma dei grigi, lavora con una lampada a ridosso della tela e indossando occhiali schermati ai lati per avere le pupille nell’ombra. Sceglie le sue figure tra amici o persone che le varie occasioni gli fanno incontrare. Sono ritratti d’individui qualsiasi che una pittura priva di spessori e compiacimenti restituisce nella loro sembianza pura e semplice, in una nudità naturale e senza scandalo. Le immagini sono semplicemente deposte in una nicchia d’ombra, al riparo dall’obbligo di mostrarsi. Terminato il lavoro, i toni sono così prossimi al nero che appena il velo dipinto è asciutto e opaco a stento si distingue qualcosa. Quelle di Bulgini, benchè difficile da leggere, sono immagini compiute. Chiedono attenzione, un adattamento percettivo che porti a vedere in quella sospensione gravida e buia. Occorre fermarsi, darsi il tempo. Il lavoro finito va protetto e Bulgini provvede alla sua maniera radicale, li porta dal carrozziere che con il compressore dà loro diverse mani di una resina bicomponente acrilica”.( tratto da Arte: articolo di Federico Vescovo)  Per chi volesse sapere di più su Alessandro Bulgini: http://www.gallerianicolaricci.net/alessandro_bulgini.html

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